(Street Symphonies) Adrenalinico debutto sulla lunga distanza per questo act proveniente da Pordenone, formatosi nel 2012 come cover band. Ben presto si sono accorti di avere idee a sufficienza per scrivere materiale proprio. Dopo un’intensa attività live e l’abbandono della cantante Sabrina, con la quale avevano registrato l’EP di debutto “Rock’N’Roll”, entra in formazione dietro il microfono la talentuosa Andre, proveniente dai Ravenhouse. Con questa nuova line-up pubblicano “Light A Fan Cool” (titolo geniale). L’album parte subito col piede giusto grazie alla tirata “Fuck You Baby”, un rock’n’roll veloce e aggressivo e la voce grintosa e versatile di Andre che mette in riga tanti colleghi maschi, grazie ad un’estensione notevole accompagnata da una cattiveria esecutiva non indifferente; un ponte ideale tra Skin (Skunk Anansie) e Lita Ford. “Damned Road” è più bluesy, alla Aerosmith nel riffing e dotata di melodie vocali di facile presa. “Set Me Free” è un hard rock sostenuto vicino allo stile dei W.A.S.P. Un arpeggio di chitarra acustica apre la semi ballad “A New Day”, canzone abbastanza classica nel suo genere, valorizzata nuovamente dall’interpretazione di Andre. “I Wanna Get It All” è introdotta da un giro di basso ipnotico che si sviluppa in un rock’n’roll tirato con pregevoli rallentamenti e cambi di tempo. “Hellfire” è più ritmata: impossibile restare fermi, questa canzone porta a saltellare per la stanza. “Lace And Spurs” è una ballad acustica con un crescendo che mi ricorda i migliori Def Leppard. Decisamente più infuocata “Whiskey Sour”, una via di mezzo tra Warlock e Motorhead: ritmo indiavolato e leggero rallentamento nel ritornello. “Party Animals” parte con un riff blues per sfociare in un rock’n’roll veloce e coinvolgente. La title track è un mid tempo pesantissimo, un refrain molto orecchiabile e un ottimo assolo di chitarra, degna conclusione di un album che non presenta cali di tensione e che non stanca nemmeno dopo diversi ascolti.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10