(Indie Recordings) L’oscurità non ha confini. E la norvegese Indie Recordings vanta nel suo roster questa band Brasiliana, una terra lontana dai centri storici del genere, una band che offre un black metal puro, originale, legato alle origini, tanto che vari artisti chiave della scena (Ivar degli Enslaved e Lord Ahriman dei Dark Funeral, tanto per citarne alcuni) confermano proprio questo feeling molto vicino agli inizi, quello brutale, senza elaborazioni, diretto ed estremo. Attivi ormai dal 2008 giungono al quinto full length e propongono undici tracce estreme, infernali, letali. I testi sono tutti orientati ad una ricerca dell’essere individuale, delle origini… sempre tramite i concetti chiave tipici, ovvero morte, misantropia e opposizione alla religione. Capaci di creare situazioni che catturano -in un certo senso catchy- devastano la scena con vocals estreme e demoniache ed una costante presenza maligna, una malevolenza dominante, sempre regnante. Accerchiate da un intro (title track) ed un outro costruite su strutture corali ed orchestrali, tutte le tracce regalano violenza e sono sempre concepite con rabbia e perseveranza negativa. Intensa e lacerante “Blood Storm Prophecy”, un pezzo brutale, con inserti melodici ed un refrain che è un inno deviato. Groove massacrante su “Uncrowned God of Light”, una canzone con riff irresistibili. Diretta ed in grado di scatenare un olocausto “Outrage”. “Far Beyond the Scorn” è strutturata in modo tale da coinvolgere l’ascoltatore verso lati oscuri di fanatismo misto a pazzia. Meno estrema, anche se certamente non meno maligna “Catharsis”, caratterizzata da ritmi cadenzati scanditi dall’abituale ma efficace tremolo, mentre “Your Rotten Heart Dies Now” ha un feeling quasi glorioso. Prima dell’outro l’ottima “God’s Entombment”, un pezzo con cambi di tempo e ritmo molto intelligenti, sempre orientati ad una coinvolgente diffusione del male. Purezza dell’oscurità e del supremo male. Il tutto libero dalle deviazioni causate da evoluzione ed espansione del black metal sulla scena mondiale. Sembra quasi che i Paria godano di una specie di perversa verginità di influenze, riportando per un momento la mente indietro di oltre vent’anni, alle origini del culto.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10