(Swamp Records) Se ascoltaste contemporaneamente un album black e uno di techno anni 80 otterreste grossomodo il suono dei Pavillon Rouge. Industrial black dalla Francia, cantato in francese. Il risultato funziona fin dalle prime tracce, con richiami a Samael, Arcturus e Hypocrisy. I ritmi sono naturalmente tirati ma cadenzati, la voce molto versatile e la parte ritmica molto artificiale nei suoni. C’è comunque anche una relativa dose di atmosfera, tanto da scontrarsi nella complessità con l’orecchiabilità data dalla parte più industrial. Amalgamanti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10