(Inverse Records) “Misanthropical” è in assoluto uno dei dischi più assurdi e folli che mi sia mai capitato di sentire, tanto che al primo ascolto mi sono chiesto se fosse uno scherzo, una presa in giro. Mi sono ripromesso di ascoltarli nuovamente, giusto per poter descrivere che cavolo di musica suonassero questi tizi. Nonostante non ne fossi venuto a capo, capendoci ben poco, i brani cominciavano a coinvolgermi ed a sorprendermi, spesso a spiazzarmi. Nel frattempo ho ascoltato questo lavoro altre cinque volte, e continuerò a farlo, perché “Misanthropical” è, a mio avviso una figata pazzesca, anche se totalmente inclassificabile. I Peekaboo Primate si definiscono come alternative metal, ma questa definizione non rende l’idea del minestrone sonoro partorito dalla band finlandese. All’interno dei brani troviamo, infatti, riffs metal pesanti, ritmiche hip hop, elettronica, trip hop, cantati rap, vocalizzi estremi, musica orientale ed inserti reggae. Molti di questi generi non li gradisco più di tanto, eppure in questo caso riescono ad esaltarmi, a farmi respirare aria fresca in un mondo musicale spesso stantio e senza nuove idee. “Spray Tan” parte con chitarroni pesanti sostenute da parti di batteria sincopate, voci rappate ma aggressive, che si stemperano nel ritornello melodico. “Ha Ha” si apre con un riff veloce, quasi punk, con parti vocali che ricordano i primissimi Faith No More. “The Unleashed” ha una base hip hop, con una voce femminile che intona una nenia in lingua araba, mentre una voce distorta che sembra provenire da una radio mal sintonizzata sembra arringare con foga gli ascoltatori. Ad un certo punto irrompe un cantato reggae, per poi lasciare continuare il brano com’era iniziato. “Star” è il pezzo più tipicamente nu metal dell’album, con sonorità che si rifanno ai Deftones. Tutto l’album scorre energico, incalzante e divertente, ad eccezione della conclusiva “291112”, che mostra il volto malinconico della band, cosa inaspettata, visto l’andamento di tutto il resto del lavoro. Un album unico nel suo genere, che mescola quei folli di Dog Fashion Disco, Faith No More, Stuck Mojo ed altre svariate influenze. Una band geniale, con un sound talmente particolare che non lascia spazio a vie di mezzo: o si ama o si odia. Io lo amo.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10