(Autoproduzione) Per Fredrik Asly, in arte Pellek, è un giovane vocalist norvegese che, nel suo paese, si è fatto notare con l’apparizione a programmi televisivi dedicati ad artisti emergenti. Canta inoltre nei Damnation Angels, band che ho recensito QUI. Questo “Ocean of Opportunity”, dalla splendida ed evocativa copertina, è il suo secondo lavoro solista ed è retto da un concept vagamente fantasy e molto ottimista: dopo la morte della sua amata, un uomo che viene da un remoto villaggio della Norvegia, e che ha sempre avuto una vita banale, parte per un lunghissimo viaggio in mare attorno al mondo, che lo porta anche a veleggiare nel cielo e infine lo conduce a una morte ‘positiva’, intesa come continuazione e trasformazione del suo percorso. L’iniziale “Elucidation” ha una ariosità praticamente alla Freedom Call, con tastiere sbarazzine ma un ritornello relativamente slow: il genere è naturalmente un power zuccheroso (non necessariamente nel senso deteriore del termine) e incredibilmente melodico. “Sea of Okhotsk” presenta alcune armonie vocali decisamente indovinate (soprattutto nel finale), mentre “God’s Pocket” è sicuramente il capolavoro happy metal del disco: semplice quanto accattivante, con una melodia che si memorizza subito e un impianto leggero leggero, che sconfina notevolmente nell’aor patinato. “Sky Odyssey” è una power ballad fatta di momenti di quiete e ripartenze fino al solo finale, mentre la suite finale “The last Journey” è forse un po’ troppo disomogenea. Un lavoro con qualche piccola pecca ma tutto sommato gradevole, e soprattutto di immediata fruibilità.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10