(M & O Music) L’album presentato in queste righe è un esordio di una band nizzarda. Il lavoro è uscito nel dicembre 2012 e preceduto da un EP. L’album è stato curato da Willdric Lievin (Fairyland, Hamka, Anthropia) e, a detta dell’etichetta o di chi ne segue le sorti promozionali, la band è influenzata dal meodic death metal scandinavo. Dark Tranquillity, In Flames, addirittura gli Stratovarius “Lies and Hypocrisy” e “Last Judgment”. Con una produzione che ha tentato di rendere nitidi i suoni, ma anche non laccandoli, le canzoni si dimostrano un campionario della versione epic-progressive del melodic death, ma senza aggiungervi assolutamente nulla. Il risultato è qualche canzone che piace, ma l’intero album tiene dei registri compositivi altamente sfruttati e sentiti negli ultimi venti anni. “Days of War” è l’album per chi ascolta alcune di quelle band nominate sopra e relativo filone musicale. E’ l’album per chi è piacevolmente imbrigliato in quel settore e nel suo periodo ’94-’99. Se siete assuefatti a quelle cose allora potrete crogiolarvi in questo debut album, altrimenti a poco vi serviranno le escursioni nel power thrash di “Betrayal” o il prog-symphonic di “Sacrament” e “Northern Stars”. Il metallaro medio, quello che, anche alla buona, ha sentito tutti i grandi e i capisaldi dell’universo metal, non potrà reggere molto nell’attenzione durante l’ascolto a causa di un senso di prevedibilità nella musica. I risvolti epici sono scontati, le parti più strettamente progressive invece sono decisamente più movimentate. Il riffing si divide tra soluzioni thrash e death metal, mentre le tastiere a volte hanno quel suono vintage, non proprio attuale e che stilisticamente risulta fiacco rispetto alle chitarre. Una band che deve migliorare. C’è questa verità dietro a “Days of War”.
(Alberto Vitale) Voto: 6/10