(Peaceville) Quale migliore release di un doppio dvd che contiene l’identità di una delle band più prossime alla filosofia dei Black Sabbath? I Pentagram non sono dei cloni o figli di Ozzy: nascono nei primi anni dei ’70: lo spirito di Bobby Liebling e dei suoi infernali compagni è una diretta conseguenza di quei tempi. L’epoca segnata proprio dai primi massicci, lugubri e oscuri suoni dei Sabbath. Oltrepassando la solita e doverosa citazione dei quattro del ‘sabba nero’ e non da meno l’atmosfera cimiteriale degli anni settanta madre di Black Widow e Uriah Heep (alcune loro composizioni non si sottraggono di certo a questa gotica appartenenza), i Pentagram sono stati tra gli interpreti e capiscuola fondamentali del genere doom. L’anima di questa formazione statunitense dall’aspetto sulfureo, anche nell’iconografia ufficiale (copertine, manifesti, fotografie ecc.), è la devozione all’essere occulti, devoti al sentiero misterioso che discende negli inferi, il tutto esibendolo con coerenza e fedeltà. Annusare e ubriacarsi di immagini rubate in giro, catturate negli anni ’80 e poi nei ’90 e infine nel nuovo millennio. Lo scorrere del tempo. L’irruenza dei primordi, l’aura misteriosa e carica di zolfo. Il grigio delle menti e dei suoni doom. L’heavy morto e possente, maestoso. Immagini spesso approssimative, audio più che accettabile eppure la voglia di alzare il volume e incantarsi davanti agli occhi spiritati di Liebling e stupirsi di fronte alla frenesia controllata degli altri è inevitabile. Incantano i Pentagram, con un fare subdolo, come il diavolo. Il CBGB nel 1985 espone immagini da VHS pirata e contrastano con l’immobilità, della camera e l’atmosfera di un festival John Dee del 2012. Non cambia però la musica e la capacità di rapire con quelle cadenze mortuarie e ombrose. Lo stesso vale se le immagini mostrano i Pentagram al The Paragon (una delle esibizioni migliori del DVD), era il 1995, oppure al The End a Nashville, con tanto di capelli bianchi di Liebling… Il risultato è sempre lo stesso: massi di metallo che si accumulano e creano un muraglione sonoro che emana zolfo e ombre inquietanti. Un dramma sonoro affascinante, illustrato attraverso immagini statiche o dinamiche, ondeggianti o nitide, ma sempre affascinanti.
Una curiosità. Il DVD all’interno della confezione cartonata ha delle immagini, nessun libretto, ma delle note scritte da Victor Griffin (chitarrista), nelle quali informa i fans che la band ha lavorato su immagini del 1981, fino a metà anni ’90 e poi quelle più recenti; tuttavia il filmato più vecchio è del 1983. Chissà se qualche performance è stata estromessa all’ultimo momento.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10