(Peaceville Records) Vabbè, qui entriamo nell’angolo delle leggende. Cosa si può dire, che non sia già stato detto, di un gruppo che nasce nel 1971 e che riesce ad arrivare al 2015 restando ancora in florida attività? A distanza di quattro anni dal precedente lavoro, i Pentagram ci riprovano, sfornando un platter in cui la voglia di reinventarsi è pari a zero. Il suono ha del prodigioso, perché sembra uscito esattamente da uno studio di registrazione anni ’70. L’opener “Lay Down And Die” non lascia scampo a dubbi. Qui si fa doom e lo si fa come Dio comanda (scusate il gioco di parole). Ci sono degli episodi specifici che da soli giustificano l’acquisto dell’album. Vedi la seminale title track o le bellissime “Walk Alone” e “Misunderstood”. Ma è la qualità media delle composizioni a lasciare piacevolmente soddisfatti, andando addirittura a crescere, man mano che il lettore macina le tracce. La voce e la chitarra fanno rivivere atmosfere di tempi perduti, dove la musica era stare assieme in una stanza a fumare, bere e ascoltare vinili. Non mi metto neanche a discutere sulla tecnica: gente che suona da quarant’anni fa con gli strumenti veramente quello che vuole. Il disco è probabilmente il migliore da loro composto negli anni 2000 e si merita un voto davvero alto perché si contano sulle dita di una mano i gruppi che come alfieri solitari portano avanti in modo così puro il concetto di “doom metal”. Eroi moderni.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 9,5/10