(Flowing Downward) Dietro al progetto italiano Phantasos c’e l’arte e la mente di Francesco Torresi, anche vocalist di Arkana Code, S.I.D. e In Lacrimaes et Dolor; questo suo progetto tutto personale fonde black metal con musica ambient, un ambient condiviso tra le nebbie sulfuree degli inferi più reconditi e i venti cosmici dello spazio più lontano, umanamente irraggiungibile. In questo terzo album i brani non solo hanno un suono siderale, gelido ed irrespirabile… non solo le occasionali vocals sembrano appartenere a demoni infernali condannati ad un esilio intergalattico… anche i titoli delle criptiche tracce richiamano palesemente all’universo che ci circonda, che ci ingloba, che ci inghiotte e trasporta nei meandri dell’ignoto. L’intelligenza creativa del Torresi, tuttavia, non mira solo a fondere synth dal suono fantascientifico con screams e blast beats scatenati… punta piuttosto ad un eclettismo artistico vasto, tanto che canzoni come la favolosa “Vision of Galaxy’s Death” riescono a fondere black quasi industriale, synth-wave spinta ai limiti, ma anche un groove metal/post metal incalzante, riff penetranti e decisamente heavy circondati da una misticità extra-galattica e, perché no, un lontano senso malinconico, in linea con i migliori Lustre. Micidiale l’intermezzo “Rhytm of Digital Whales”, praticamente un brano techno-psichedelico, mentre una poderosa “Ascent to Light” vanta una gamma di suoni ed arrangiamenti incredibile, il tutto annegato dall’ombra etera di una chitarra distorta e spinta ai confini delle onde sonore. “Forgotten Space” passa da un ambient black dai richiami symphonic ad un turbinio sonoro paragonabile solo all’immaginario collettivo della violenza di qualche tempesta cosmica. In chiusura la monumentale “Gravitational Magnificence”, una ulteriore prova che la musica di Phantasos va ben oltre la limitata e spiccia definizione ‘black/ambient’. Un album che annienta i confini del metal, un album che molto probabilmente farà scappare qualsivoglia purista dei generi estremi. Ma basta ascoltare le performance di Francesco Torresi nel death degli Arkana Code o nel doom dei S.I.D. per rendersi conto che questo artista è perfettamente a suo agio con la musica estrema più convenzionale… ma è altrettanto capace di far evolvere tutte quelle sonorità per poi iniettarle dentro un turbinio sonoro di matrice elettronica, elettrostatica, dando forma ad un viaggio mentale attraverso questo incredibile universo senza limiti, cavalcandone con fierezza la sua costante ed inarrestabile espansione.
(Luca Zakk) Voto: 9/10