(Golden Antenna Records) Terzo disco per questi criptici ed oscuri bavaresi. Il loro sound è tetro, palesemente sludge e marcatamente post metal, ma ricco di decadente groove, intensità e valore emozionale. Le sei imponenti tracce evidenziano tecnica, fantasia ma anche una incompatibilità cronica con qualsivoglia definizione di luce, un concetto rafforzati da testi malati esplicitamente ispirati alle opere di Sylvia Plath e Mary Shelley, testi che creano un varco, un passaggio, una valvola di sfogo per tutto quello che ci distrugge silenziosamente da dentro. “The Initiation Of Darkness” è possente e violenta, ma anche teatrale ed inquietante, caratteristica quest’ultima esaltata da suoni instabili e perversi (ascoltate lo spoken words prima della metà del brano!). Ancora post metal e fantasia creativa con “Ripping Halos From Angels”. Una generale sensazione di marciume con accenti black metal su “Frostcoven”. Melodie oscure di pregiata fattura su “The Craft And The Power Of Black Magic Wielding”, altro brano che fonde post e un qualcosa di crudele paragonabile al grind. I toni si abbassano ulteriormente con la title track, brano che offre linee vocali ancor più estreme e strazianti, oltre che assurdamente corali. Epica e da brividi la conclusiva “Godspeed! Voyager”. Una band in costante crescita che non perde tempo (si sono formati solo quattro anni fa!). Le loro emozioni sono deviate, estremamente maligne e capaci di materializzarsi in suoni depressi, suoni pregni di rabbia: sei brani che odiano le divinità, disprezzano la vita, annullano ogni barlume di speranza.
(Luca Zakk) Voto: 8/10