(Aural Music) Loro sono greci, ma la musica dei Phase Reverse sembra venire dalla parte sud degli USA perchè in questo rock/heavy c’è tanto southern comfort (ma non così dolce come l’omonimo whiskey) e quindi il desert rock, le chitarre che richiamano Zakk Wylde, i Down, i Kyuss, lo stoner, pochissimo blues e tutte le note generate all’ombra del deserto. Manca la tecnica, questa precisazione è però necessaria visto che si è parlato di Wylde, mancano soluzioni cristalline e di classe, ma c’è tutta la robusta vivacità nel rock proposto da questo trio. Esistono momenti docili e soffusi, come la passionale “High Hopes”, parte di “Changes” e la coda (o ghost track nella track) di “Long Gone”, con tanto di pianoforte adagiato sulle acustiche. Ci sono le ripartenze tipicamente dello stoner, come in “Who Gives a Damn”, ma anche il docile rock americano di “Crash ‘n Burn”. Non c’è un’anima perfettamente definita e i richiami ad altro esistono, sono tangibili, addirittura “I Got Your Back” ricorda in i Pearl Jam. E’ vero però che l’album si ascolta con piacere, ci saranno al massimo tre pezzi non troppo riusciti (in particolare l’iniziale “Road Fever”, semplicemente scontata, e la monotona “Eye to Eye” ) ma viene spontaneo dichiarare ai Phase Reverse lodi anziché critiche.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10