(Autoproduzione) Un album affascinante, spiazzante e lontano da qualsivoglia catalogazione questo “In Disorder Spectrum”, il secondo per gli emiliani Philosophy Of Evil. La follia e la totale assenza di schemi precostituiti sono i cardini su cui si basa l’arte di questi artisti, in grado di spaziare tra svariati generi con totale disinvoltura e senza forzatura alcuna. C’è sicuramente una solida base metal, nel quale confluiscono richiami alle colonne sonore horror, nenie circensi da luna park degli orrori, inserti jazz e partiture prog, ma anche gothic, funky e dark wave, melodie disturbanti e tanta follia, il tutto tenuto insieme da una padronanza strumentale fuori dal comune, caratteristica essenziale per fare in modo che tutte queste influenze possano amalgamarsi alla perfezione senza che sfuggano di mano. Da applausi a scena aperta la prova vocale di Vanessa Saliman, a suo agio sia nelle parti più gotiche ed operistiche, come nell’intensa “Eye To Eye”, come nelle parti più stralunate e ‘cartoonesche’, come nell’opener “Capgras” e “Dead By Daylight”. Un album dove musica, atmosfere horror, teatralità alla Tim Burton (guardate il video de “Il Rapimento Di Babbo Nachele” e capirete cosa intendo), si fondono alla perfezione, dando origine a qualcosa di indimenticabile ed innovativo.

(Matteo Piotto) Voto: 10/10