(Argonauta Records) Debutto come solista della favolosa Pia Isa, la front woman della heavy psych/doom band norvegese Superlynx! Con la sua galassia solista, Pia si spinge oltre e abbraccia una dimensione musicale molto personale la quale decolla dalla piattaforma di lancio dei Superlynx, da quel doom etereo, incorporeo ed astratto che qui intensifica proprio questi tre aggettivi, inoltrandosi nello slow drone, nel meditativo atmnosferico, della trasposizione sonora di paesaggi caratterizzati da un panorama infinito… proprio come lo scenario che offre la vista di un deserto… o del mare, quest’ultimo elemento essenziale nella creatività dell’artista. Suoni lontani, pulsazioni telluriche, un senso di astrazione ed ipnosi: brani come “Quiet Beach” conducono lontano, fisicamente e mentalmente, mentre il senso drammatico di pezzi come “A Hopeful Reminder” o la conclusiva “Velvet Dreams” seduce carnalmente e metaforicamente. Un album suggestivo, mistico se vogliamo, in grado di stuzzicare il lato spirituale della psiche umana. La sognante chitarra ospite di Gary Arce (Yawning Man, Big Scenic Nowhere, Yawning Sons, Ten East, ZUN) su alcuni brani (“Follow the Sun”, “Trauma”, “No Straight Line”), la batteria e il processo di produzione a cura di Ole Teigen, il batterista dei Superlynx e tutta la dedizione di Pia, autrice dei brani, dei testi, oltre che vocalist, bassista e chitarrista… di se stessa. Un lavoro che Pia Isa doveva fare, un album che le nasce dentro, che necessitava venire al mondo, quasi uno sfogo, quasi una personalissima redenzione.

(Luca Zakk) Voto: 8/10