(Diamonds Prod. / MusicArt) Pier Gonella è un nome che appartiene a molte bands, un nome che raramente appare da solo, come solista, non è sicuramente un nome che viene evidenziato a sé stante. Gonnella è il death dei Necrodeath, è il power degli Athlantism, l’heavy dei Vanexa, il melodic dei Mastercastle. Ma se lasciato da solo, senza la forzatura delle interpretazioni stilistiche delle varie band nelle quali milita, Pier Gonella è un dannato virtuoso… non uno di quelli che palesano egemonia, cosa tipica di gente come Malmsteen, piuttosto uno di quelli che mette la chitarra dentro la canzone… e non sopra, dando vita a una sequenza infinita di fraseggi melodici superlativi, capaci di dipingere sonorità, ritmi, interpretazioni stilistiche le quali -tra le altre cose- rendono assolutamente superfluo un vocalist. “Margarita” nasconde delle venature blues, la title track vuole essere pesante con una chitarra disinibita e monella, con quegli accenti proggy che poi “Holy Water” riesce a mettere in campo. ”Rock the Galaxy” è immensa, dinamica, provocante, stimolante all’ennesima potenza. Poetica “Unforgettable”, graffiante e in qualche modo epica “Make it Rock”, pungente e misteriosa “Floor 666”. Nostalgica ed uptempo la quasi cover dei Ramones “Gonzo Goes to Pittburg”, prima dell’epilogo rappresentato dalla sognante “Planet for Sale”. Dimenticatevi il Gonnella che conoscete per la militanza nelle altre band, Necrodeath in primis (da notare che qui la batteria la suona Peso!): se non ve ne eravate accorti, qui abbiamo un altro genio della sei corde, un altro virtuoso pazzesco, un altro chitarrista da mettere nell’olimpo dei grandi, in quell’eden dove banchettano Vai, Malmsteen, Satriani, Gus G, Bettencourt e pochi altri Dei che camminano tra noi, in questa altrimenti triste realtà terrena.

(Luca Zakk) Voto: 9/10