(Sun & Moon Records) Dall’Ungheria, una entità tetra con sonorità che evocano un’aura ipnotica e misteriosa. Il progetto composto .tra gli altri. da membri provenienti dagli Scivias, si lascia andare ad un drone folk atmosferico, spesso psichedelico, ricco di divagazioni spirituali dal gusto orientale, senza tralasciare una impostazione ricca di rumori e suoni ambientali, andando oltre la musica, in una costante ricerca di una verità artistica, di un qualcosa che sta oltre lo spazio, oltre il tempo, oltre il modo tradizionale di concepire musica e forme d’arte. Sotto a questi sette brani si celano radici di musica folk ungherese trasformata, attorcigliata, con un mostruoso nuovo concetto di arrangiamento: non mancano infatti strumenti tradizionali del paese, come flauti (il tilinkó, tra questi), kobza, cetra da tavolo e percussioni ma al loro fianco esplodono sintetizzatori analogici e generatori digitali, il tutto scandito a percussioni rituali, tobshuur e canti di gola tipici della Mongolia. Oltre la world music, tra il moderno ed il tradizionale… suoni che rendono ultra attuale un qualcosa che palesemente appartiene ad altri tempi. Un lavoro ispirato, cinico, contorto e dannatamente affascinante.
(Luca Zakk) Voto: 8/10