(Avantgarde Music) C’è solo un debutto alle spalle di “Rituals”, ma proprio in quell’occasione i Plateau Sigma fecero capire che la loro musica va oltre ogni limite, sfuggendo a delle normale classificazioni o tipici giudizi critici. Genere? Struttura dei brani? Melodia? Voci? È impossibile definire questa band ed è un immenso piacere trovare in questo nuovo lavoro una intensa conferma di quel che fu “The True Shape Of Eskatos”, uscito un paio di anni fa. La vastità stilistica (che spazia da death a doom, toccando l’ambient, passando per post rock con tutte le tonalità di grigio nel mezzo) si snocciola su sei rituali, sei tracce profonde, complesse, contorte, lunghe ma maledettamente coinvolgenti: l’ascolto di “Rituals” incanta, cattura, ipnotizza e non molla la presa dall’inizio alla fine, durante tutti questi tre quarti d’ora di espressione artistica la quale è ispirata a varie divinità romane. Superba “Palladion”, una canzone che continuamente trasporta dall’enigmatica oscurità di un rock ambientale alle nebbie impenetrabili del doom. “The Bridge and the Abyss” è riflessiva ma anche crudele, con quelle due voci così contrastanti -un clean disperato ed un growl sepolcrale-, con quella dimensione quasi teatrale. “Cvltrvm” è irresistibile grazie a quel groove e alle intricate scelte melodiche, senza dimenticare un viaggio nella dannazione più oscura. La title track è divisa in due parti e rappresenta la conclusione ma anche l’apice della release, con una particolare enfasi delle clean vocals che si liberano in una dimensione sonora che demolisce spazio e tempo. “Rituals” è forse leggermente meno impegnativo dello stravolgente debutto, ma più curato, più intelligente, più riflessivo. “Rituals” conferma l’innata capacità dei Plateau Sigma di dipingere con i suoni le istanze più metaforiche di vita, morte, amore, odio e tutti i sentimenti umani, siano essi spirituali o perdutamente carnali.
(Luca Zakk) Voto: 9/10