(Beyond Productions/Masterpiece) Avevo già sentito parlare dei Plateau Sigma perché “White Wings of Nightmares”, come autoprodotto, ha già circolato più o meno un anno e mezzo fa nell’underground italiano; oggi il disco torna in auge sotto la tutela della Beyond Productions e la distribuzione della Masterpiece. Prescindendo dalla produzione un po’ economica, che purtroppo impedisce di apprezzare al meglio alcuni passaggi, i cinque brani in scaletta sono davvero ben riusciti e congegnati. “In the Air” supera i dieci minuti: echi dei primi Paradise Lost si mescolano a suggestioni che mi hanno riportato da una parte ai My dying Bride (soprattutto nei primi minuti del pezzo, molto decadenti) e dall’altra ai Novembre. “Lunar Stream Hypnosis” parte con toni doom/death da metà anni ’90, con riferimenti all’immortale “Pentecost III” degli Anathema, ma si concede poi fraseggi strumentali di chiara ispirazione pinkfloydiana; “Dreaming to dissolve” spinge invece sul versante estremo, arrivando quasi a passaggi di black puro. “The Cult of Mitra”, che procede letteralmente con movimento ondulatorio fra quiete e violenza, è forse la canzone che rimanda di più agli Opeth, anche alcune parti del brano appartengono certamente al funeral doom più stagnante. La conclusiva “Maira and the Archangel” mi ha ricordato una delle migliori band gothic/funeral che io conosca, i Dark Sanctuary: l’atmosfera disperatamente soffocante, ma allo stesso tempo elegante, è la stessa. Un disco ottimo che – scommetto – sarà il preludio a un vero masterpiece.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10