(Sneakout Records) Entusiasmante debutto per i bresciani Poisonheart, band nata ad inizio millennio, inizialmente come cover band dei Ramones, per poi evolversi verso sonorità sleaze/glam, cominciando anche a comporre pezzi propri. Dopo anni di gavetta, caratterizzati da diversi concerti e cambi di line up, la band sposta nuovamente le coordinate musicali, accantonando buona parte delle influenze punk in favore di sonorità più cupe e darkeggianti, pur mantenendo una matrice glam. Potremmo accostare questa evoluzione a quella avuta anni fa dai 69 Eyes, ma con un’attitudine più selvaggia e meno patinata rispetto alla formazione finlandese. Attitudine che affiora prepotente su “Lovehouse”, sleaze/glam maleducato ed oltraggioso, esaltante ed ammiccante come poche altri brani usciti nel genere. “Flames & Fire” è dominata da un riff massiccio, veloce ed incalzante, più vicino al metal che all’hard rock, mentre le melodie vocali si stampano subito in testa, grazie ad una prova ispiratissima di Fabio Perini, abile ad alternare vocione profondo alla Ville Valo con parti più rauche ed aggressive. “Anymore” era nata in origine come una ballad, cosa che risulta evidente dalle struggenti melodie di chitarra, irrobustite e rese più cupe dall’arrangiamento darkeggiante. “Shadows Fall” è anthemica, con un ritornello fatto per essere cantato a squarciagola dal vivo. Un album senza cedimenti, da godersi dalla prima all’ultima nota, che si candida tra le migliori uscite in ambito glam/dark’n’roll degli ultimi anni.
(Matteo Piotto) Voto: 9,5/10