(Black Axis Records) 18’51” è la durata della prima delle due uniche tracce di questo nuovo album dei Pombagira. “Maleficia Lamia”, questo il titolo, esordisce con una distorsione, un rumore, che si gonfia e lasciare poi il posto ad una sommessa, cupa e doom/sludge atmosfera, dove il basso e le chitarre sprigionano note distorte ai limiti del possibile. Una voce che sembra registrata con il microfono a metri di distanza dalla fonte, ricorda quella di Ozzy. Un vero sepolcro pregno di muffe questo parte del pezzo. Di seguito giunge una nuova sezione che mi ha ricordato la psichedelia di Syd Barrett con i Pink Floyd quando si esibivano all’UFO Club. Altra pausa, nuova ripresa sonora fatta di un rock semi-psichedelico, ma più dolce, più definito e la conclusione della “suite” scoperchia nuovamente quel sepolcro del quale si è già scritto. “Grave Cardinal” arriva a 22’08”, alternando fasi pulite e neo-spichedeliche a distorsioni sempre roboanti, gonfie, dove i toni sludge, Black Sabbath e rock vecchio stampo si sommano insieme. Pete e Carolyn (chitarra e voce il primo, batteria la seconda) sono una coesione che va ben oltre le normali etichette. Loro si definiscono occult rock, ma nel loro sound si percepiscono tante cose, oltre ad una poesia arcana e invitante.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10