(Rogue Records) Il progetto Pompeii nesce a fine anni ’70, un periodo di crisi per il classic rock. Stava infatti prendendo piede il punk, spazzando via tutto quello che il rock ha proposto fino a quel momento. Una situazione analoga a quella dell’avvento del grunge negli anni ’90, con effetti devastanti sulla scena metal. Tra le persone colpite da questa crisi troviamo Corky Laing, batterista dei Mountain. Il mercato non dava più spazio a band del genere, così anche Corky stava per essere messo alla porta dalla Elektra/Asylum, etichetta dei Mountain, proponendogli in alternativa di formare un super gruppo. Detto fatto, nel giro di poco tempo Corky unisce le forze con Steve Hunter (Alice Cooper Band) e Mike Fraser per buttare giù alcuni pezzi. Dopo un po’, sia Hunter che Fraser abbandonano il progetto per dedicarsi ad altri impegni. Il batterista non si perde d’animo e convoca una pletora di musicsti, tra i quali Eric Clapton, Tommy Talton, Ian Hunter e Felix Pappalardi e registrando una manciata di brani che vanno dal classic rock al blues, passando per l’hard rock. Un sound senza età, vintage ma profondamente attuale allo stesso tempo. Il disco non vedrà mai la luce fino a quest’anno, quando è stato deciso di ristamparlo, aggiungendo un brano nuovo e delle versioni rinnovate di alcuni di questi pezzi. Brani che avevano ed hanno tutt’ora tutte le carte in regola per essere dei classici, e che grazie alla Rogue Records hanno finalmente la possibilità di farsi ascoltare dal pubblico.
(Matteo Piotto) Voto: 8/10