(Io Pan Records) Quella dei Ponte dei Diavolo è davvero una proposta particolarissima. Prima di tutto l’album è stato registrato praticamente dal vivo e senza fase di editing, quindi quello che si ascolta è esattamente quello che si è registrato, né più, né meno. E togliendo la prima traccia, una sorta di intro da una manciata di minuti, il disco di risolve in una coppia di canzoni. Trattasi di un doom molto casereccio, molto vicino ai suoni prog ottantiani o addirittura settantiani che circolavano nel panorama italiano dell’epoca. Un doom che vira decisamente verso un rock duro e per chissà quale ragione l’atmosfera che si palesa è decisamente death nell’impostazione. Difficile da definire altrimenti, ma sembra proprio che alla fine ci si ritrovi tra le mani un disco black, suonato da un gruppo cover anni ottanta e registrato con le tecnologie del decennio prima. Da ascoltare, giusto per divagare dai normali suoni canonici…
(Enrico Medoacus) Voto: 7/10