(eOne Music) Quarto album per questa band americana a cavallo tra grunge, rock ed alternative. Ormai in circolazione da quasi 15 anni, il quintetto non ha alcun problema nel comporre, dipingere, scolpire canzoni accattivanti, catchy, esplosive con quel velo di oscurità sempre presente anche nei momenti più speziati. Più orientati ad un pubblico vasto, con diverse canzoni decisamente radio-compatibili, non negano comunque sonorità heavy mescolate ad arrangiamenti pop i quali li hanno fatti scalare classifiche, raggiungendo anche il quarto posto delle Mainstream Rock Artist di Billboard l’anno scorso. Praticamente siamo davanti ad una band maledettamente rock, la quale riprende i concetti espressi nel tempo da Pearl Jam and Soundgarden, ci aggiunge un bel po’ di metallo dipinto di nero e propone un sound coinvolgente ed estremamente pulsante. E questo senza negare l’uso di sample, effetti e qualsiasi altra diavoleria elettronica a disposizione degli artisti di oggi, pur rimanendo veri, sporchi e cento per cento rock. “Footsteps” è un pezzo nato e cresciuto per la radio. Una dannata instant hit, cantata benissimo, suonata con carica elettrostatica e resa facile da elettronica usata con intelligenza. “Core” torna più su un grunge-rock e si rivela molto aggressiva, mentre “In Disarray” è più heavy, più diretta, più sfacciata. “Take It All” divaga ovunque: molto rock, molto scoppiettante, altro pezzo indovinato per le radio, un qualcosa che prende la scena presente e passata, la rimescola, senza dimenticare un tocco di… Aerosmith. Superlativa l’impostazione decadente e gotica di “Ghost of Muskegon”, mentre non manca la ballad (roba che mi aspetterei di sentire 300 volte al giorno su canali radio come Virgin) intitolata “If Only For Now”. “Ways To Get High”, oltre al titolo fighissimo, è un frullato di blues, dark e Offspring. E se tutto questo vi sembra ancora molto poco metal, allora sparatevi “Vendetta” (titolo opportuno, direi): metallo sfrenato, heavy and thrash, singinig incazzato… una canzone con contenuti molto più heavy di qualsiasi cosa dei moderni Metallica, ma con un ritornello oscuro che innalza di bel po’ il livello qualitativo. Tra il rock ed il country, in un contesto struggente la ballad “Seattle Rain”, la quale inoltra l’atmosfera triste alla conclusiva power ballad “Til Kingdom Come”, una canzone ricca di emozione e feeling. Certo, non siamo completamente in territorio metal. C’è molto di quel pop dichiarato nel moniker. Ma qui siamo di fronte ad una band piena di esperienza, gusto creativo e capacità musicali. Coinvolgenti, magnetici, decadenti ma anche irresistibili.
(Luca Zakk) Voto: 8/10