(Pure Steel) Gli inossidabili us metallers Power Theory, della Pennsylvania, arrivano come un carrarmato al terzo disco (il secondo è recensito QUI). Sullo stello livello del platter che l’ha preceduto, “Driven by Fear” si muove con destrezza fra America (per la maggior parte del tempo) ed Europa, mettendo insieme più stilemi del power tradizionale. Si comincia con “Spintress”, un up-tempo che avvicina ancora di più il sound a quello degli Helstar (anche per le occasionali somiglianze nel cantato fra James Rivera e il nuovo singer Jeff Rose), ma ha ancora dei punti di contatto con i Metal Church se non con i Sacred Steel. “Long hard Road” è più classica, con un riff fra Accept e Saxon; dopo una curiosa intro di synth, la titletrack è una potente cavalcata che piega talora addirittura verso il power/thrash. Ancora più stentorea e battagliera “Dark Eagle”, brano che si sposta di nuovo verso la scuola tedesca; “Cut & Run” ondeggia fra us power veloce (ancora una volta mi sembra di sentire gli Helstar) e improvvisi ma godibili rallentamenti. Si chiude con un’altra convincente cavalcata, “Beyond Tomorrow (After the Fall)”. Metallo ruvido e cattivo per defenders inossidabili.
(René Urkus) Voto: 7,5/10