(Graviton Music) Da oltre dieci anni i Powerstroke marciano con la bandiera del thrash metal. La band del Belgio però da sempre si è distinta per un sound comunque variegato. Quest’ultimo album, il sesto in dieci anni, è il risultato di come il thrash metal suonato dai Powerstroke abbia un carattere crossover, in quanto nei pezzi si rintracciano elementi hardcore, groove e nu metal oltre ad accenni di death metal. A questo si aggiungono anche sporadiche rifiniture con sampler e sintetizzatori che creano momenti sonori inattesi. Dodici pezzi e quasi un’ora di musica che passa coinvolgendo l’ascoltatore. Si nota da subito il comparto vocale con alla testa Bavo Reyniers che si destreggia tra registri clean e non. Con lui subentrano in alcuni pezzi Charissa Parassiadis che è una rapper belga, Annick De Muynck, Tim Eirmann dei Pyogenesis, Normagest degli Enthroned e Stef Bos, noto cantautore belga. Un plotone di collaboratori al microfono che arricchiscono la già buona prestazione di Reyniers, diluendola con interventi nettamente diversi in fatto di stile vocale che pompano altra linfa alla musica. Ad ogni modo risulta imperfetto catalogare semplicemente come thrash metal i fiamminghi. Lo stile dei Powerstroke è un insieme, un interagire tra soluzioni ed appunto stili che porta tutto verso un crossover di idee e intenzioni. L’album è un po’ lungo nella sua durata, ma i contenuti sono stimolanti.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10