(Napalm Records) Cosa succede quando una band di buona caratura diventa prigioniera e infine vittima del sound e degli stilemi che l’hanno resa famosa, senza avere il coraggio o semplicemente la capacità di rinnovarsi? Senza adesso andare a scomodare i Manowar, basta pensare ai Sabaton o agli Alestorm per capire cosa intendo: formazioni di questo tipo inventano un sotto-sotto genere (il power metal militaresco per gli svedesi, quello piratesco per gli scozzesi) e, dopo due o tre album al top, si riducono a suonare sempre le stesse cose, ripetendo fino alla noia gli stessi cliché. Ecco, forse gli Alestorm hanno avuto un minimo la capacità di rinnovarsi, rendendo in certe occasioni il sound più cupo e ‘serio’: i Sabaton sono invece diventati, senza mezzi termini, caricatura di se stessi (ma va precisato che questo non sembra aver diminuito il loro successo). Temo che il caso dei Powerwolf, al sesto full-“length” su lupi mannari, blasfemie ironiche, resurrezioni erettili e santificazioni dinamitarde, sia tristemente analogo. I lupi sparano subito la titletrack, ma un altro intro fatto di “Benedictus Alleluja” mi ha fatto capire subito dove sarebbe andato a finire l’album; la tendenza del sound sembra comunque quella di spostarsi sempre più verso atmosfere boombastiche, abbandonando completamente quell’approccio dark power metal degli esordi. In realtà non c’è nulla che non vada, lo ribadisco, se non la fossilizzazione su schemi abusati… svelta e melodica “Dead until Dark”, con un assolo fulmineo, potente il singolo “Army of the Night” (il cui refrain culmina in un “Santa Maria”…). Cadenzata “We are the wild”, con ogni evidenza concepita per essere eseguita dal vivo; assai orecchiabile “Sanctus Dominus” (il cui ritornello è “Sanctus Dominus Alleluja”…), che condivide il giro portante di tastiera con “What have you done” dei Within Temptation. Un minimo più seria la cadenzata “Let there be Night”, ma se questo non è il vostro primo disco dei Powerwolf la sensazione di già sentito sarà assordante dopo trenta secondi. Eppure sono certo che anche in questo caso non ci sarà una flessione del gradimento del pubblico… nella versione in due cd, il secondo presenta dieci cover di classici del metal.
(René Urkus) Voto: 6/10