(Boersma Records/Soulfood) I Praying Angel portano avanti il verbo del death metal puro, quello che all’origine era tecnico ma non lo faceva sentire troppo, era blasfemo e maligno, ma con un che di composto. Non c’era il caos infernale del black, eppure il genere non lesinava in fatto di aggressività. Ecco, questo è il death che personalmente amo di più, lontano da troppa tecnica gratuita e soprattutto lontano dalla componente prettamente melodica. Un death non marcio come la corrente svedese, bensì quello che poi si è sviluppato soprattutto in America con la corrente brutal. Stranamente il gruppo qui proposto è tedesco, ma non lascia percepire nulla del suono europeo, puntando invece su un’opera costruita su suoni moderni e plastici, molto digitali nel mood. La sensazione è di sentire una lezione death anni ’90 risuonata in chiave contemporanea. Ne risulta un disco estremamente fruibile e sonoramente ineccepibile, col pregio di essere nettamente meno freddo delle uscite contemporanee in ambito death, meno distante e meno cerebrale. Difatti nessuna delle canzoni proposte arriva ai cinque minuti, con strutture semplici e dirette. Nel complesso un album molto potente, suonato in modo ispirato e deciso, senza cali significativi. Con il particolare di suonare vecchio e nuovo allo stesso tempo. Dannatamente convincente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10