(Nuclear Blast Records) Inossidabili per definizione, i Primal Fear tornano sul mercato con il loro 13° disco: con tre chitarristi in formazione (Tom Naumann, Magnus Karlsson e Alex Beyrodt) i tedeschi hanno una potenza di fuoco invidiabile, e l’arrivo di Michael Ehré, che ha davvero fatto il botto dal tempo dei Metalium, garantisce ulteriore linfa al comparto ritmico già animato da Mat Sinner. Se Ralph Scheepers, a 55 anni suonati, continua a strillare come a 25, direi che le premesse per un buon disco ci sono tutte… “I am alive”, dice la opener, e ci crediamo: i Primal Fear ritornano alla Nuclear Blast con un sound roccioso e moderno, accattivante e serrato. Con “Along came the Devil” i toni si fanno acceptiani, mentre è molto più melodica, sulla scia dei brani di “New Religion”, il singolo “Hear me calling”. Martellante “The Lost & the Forgotten”, poi il disco vive un (per fortuna breve) momento non felice, perché la ballad “I will be gone” ha gli arrangiamenti sbagliati e l’inno “Raise your Fists”, per quanto arcigno, è di eccessiva banalità. I nostri tornano in grande spolvero con il power/thrash di “Afterlife”, priestiano fin nel midollo, poi la grande suite finale “Infinity” si prende oltre tredici minuti, con una linea portante molto incisiva e una chiusa con cori gregoriani e una ripresa pianistica d’effetto. Non credo che stavolta sia una frase fatta dire che è il miglior disco della band da parecchi anni a questa parte!
(René Urkus) Voto: 8/10