(Frontiers) Nono full “length” per i Primal Fear e nona bordata di inossidabile heavy/power metal tedesco: Scheepers, Sinner e compagni hanno ormai raggiunto da tempo uno standard invidiabile di qualità e professionalità sotto tutti i profili, per cui gli appassionati possono sempre acquistare a scatola chiusa. Certo, i nostri non volano più alto da tempo (a parere di chi scrive almeno da “Seven Seals”), ma fanno sempre il loro sporco lavoro di veterani del metallo tedesco. “Strike” è naturalmente ultraclassica – fino all’assolo, che fa stranamente pensare a suoni e ritmi di Luca Turilli! Più stradaiola “Bad Guys wear Black”, mentre “And there was Silence” ha un mood più serio ed elevato, che recupera le epiche atmosfere di fine anni ’90. Riscaldata a dovere la platea, sarebbe adesso il momento di offrire il colpo di scena: ma “Where Angels die” costituisce davvero una occasione sprecata. Otto minuti di sviluppo sono decisamente troppi per un brano senza guizzi e che esce impietosamente sconfitto se confrontato, ad esempio, con “Fighting the Darkness” (da “New Religion”). Nonostante qualche filler, in ogni caso, il disco si risolleva con la titletrack, dal refrain indovinato, e regge bene anche la ballad “Born again”; in chiusura un po’ di energia in più con “Blaze of Glory”. Nella media della loro discografia.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10