(Greatdane Records) Sono un po’ perplesso ascoltando questi francesi. Di sicuro c’è che sanno il fato loro, o non aprirebbero mai un album con una traccia di venti minuti. Il tentativo dei nostri è palesemente quello di inventarsi delle colonne sonore: ogni traccia infatti potrebbe essere accostata ad una immaginaria pellicola spaziando tra i più svariati generi. Questo mette in evidenza la grande versatilità del cantante soprattutto. Si va dallo Stoner di apertura allo Psychedelic Rock, dall’Hard Rock al Blues… Su tutti gli strumenti troneggia una chitarra eclettica e dagli assoli veramente ben fatti. Forse l’ignaro ascoltatore deve essere avvertito del fatto che un album del genere ti toglie un po’ le coordinate, arrivando alla condizione che alla fine non si sa nemmeno che musica si sta ascoltando. E non è detto che la cosa sia così male…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10