(High Roller Records) Ai cileni Procession bastò il primo album, “Destroyers of the Faith”, per procurarsi una vasta base di fan in tutto il mondo: ricordo ancora come fu trionfalmente pubblicizzata la band in occasione di un Keep it true di qualche anno fa. Dopo qualche altro prodotto minore, i sudamericani (intanto trasferitisi addirittura in Svezia) tornano con un full-“length” convincente, che onestamente però non mi sembra spettacolare: il materiale c’è sicuramente, ma c’è anche una certa dipendenza dai sacri modelli… “Conjurer” è, infatti, un doom soffocante ma abbastanza canonico; “Death & Judgment” è più interessante perché funziona ‘per sottrazione’, nel senso che nei passaggi più fumosi i suoni sono ridotti al minimo, dando al tutto una straniante sensazione di vuoto. Della titletrack ho apprezzato in modo particolare il momento attorno al sesto minuto, che mi ha ricordato gli Anathema più antichi, quelli di “Serenades” e soprattutto di “Pentecost III”. Particolarmente interessanti sono gli ultimi due pezzi: “The Death Ministrel” è una vera e propria litania funebre recitata, di inconcepibile pesantezza, mentre “Far from Light” fa inevitabilmente pensare al nome della band (anche se la ‘processione’, sviluppata lungo quasi undici minuti, diventa nel finale un po’ ripetitiva). Luci e ombre per un disco che, a prescindere da tutto, merita certamente un ascolto da parte dei doomsters più ortodossi. Disponibile sia su cd che su vinile.
(Renato de Filippis) Voto: 6,5/10