(Avantgarde Music) Un inferno terrestre che diventa abisso infinito dell’universo. Sensazioni fredde. Un freddo digitale. La vita diventa impossibile. Il concetto di vita è estinto. Negazione dell’umanità. Assenza di luce. Anime che si dissolvono. Rimangono solo macchine che dominano uno spazio sconfinato. In qualche remota coordinata spaziale, forse, qualche superstite umano resiste. Ma la mente muore lentamente a causa dell’solamento totale. E non c’è nulla di divino oltre, non c’è nessuna salvezza. “U.M.A.” parla semplicemente di questo: Uomini, Macchine, Anime. Elementi che si intrecciano in una scala cosmica, infinita. Un assoluto conflitto di concetti incompatibili. Un supremo esempio di black metal atmosferico, estremamente incrociato con suoni digitali, spaziali, quasi l’album fosse esso stesso un’odissea nello spazio, concepito e creato da questo progetto Italiano, composto da soli due elementi. I suoni creano scenari fantastici, i quali vengono torturati e incestuosamente corrotti con teorie di black metal. La voce, spesso più vicina ad un sospiro -il sospiro di un’anima morente- che ad un growl enfatizza concetti, evidenzia situazioni e rende tutto ancora più inquietante, freddo, pauroso. Il risultato è estremamente geniale, e porta oltre concetti esplorati da bands come i Dark Space, inserendo nell’esperienza sonora un concetto cinematografico stupendo. Oltre cinquanta minuti di musica, suddivisa in cinque tracce che potrebbero comunque essere una sola. Qui non si parla di title track, di singolo, di pezzo rilevante: questo è un percorso esoterico e cosmico che sradica l’ascoltatore dalla sua ridicola esistenza terrestre, e lo trascina violentemente attraverso orrori cibernetici, temperature siderali, oscurità spaziali e terrori futuristici. “Progenie Terrestre Pura” è una spirale discendente verso l’incubo: inizia con suoni senza dimensione e senza origine, inserendo progressivamente la componente metal, che si fa via via più oscura, marcia fino all’arrivo di un angosciante blast beat sempre coinvolto in concetti sonori digitali, robotizzati, disumani. Questo solo pezzo è un autentico capolavoro, senza dubbio. “Sovrarobotizzazione”, monumentale traccia che dura esattamente tredici minuti garantisce angoscia e violenza. Si percepisce l’eccesso di presenze meccaniche tra gli umani, i suoni stessi sono meccanici, al limite estremo dell’industriale. Una parola, un titolo, e un’immensa descrizione sonora di qualsiasi sensazione possa emergere da quella stessa parola. “La Terra Rossa Di Marte” si orienta su una proposta ambient quasi pura. Immaginate di arrivare su Marte. Siete soli. Avete davanti un rosso infinito, un pianeta intero da colonizzare, da esplorare, da capire. Da temere. Immaginate i primi giorni di esplorazione, immaginate su cosa si possono posare i vostri occhi. Immaginate. E ascoltate. “Droni” introduce diverse nuove componenti musicali. Una linea di basso che praticamente è un assolo esteso lungo quasi tutti quei dieci minuti. Un alternanza di atmosfere riflessive e sofferenze infernali. La conclusiva “Sinapsi Divelte” chiude questo grande album con una esemplare dimostrazione di come il metal si possa fondere, in maniera innovativa, con il digitale. Suoni brutalizzati. Melodie violentate. Atmosfere intensificate. C’è poco da dire: i Progenie Terrestre Pura, a partire dallo stesso moniker, sono dei geni. Questo disco è semplicemente un capolavoro. E’ la cosa nuova, diversa ed innovativa che emerge da un abisso di cose uguali, ripetute e riciclate. La mescola di concetti sci-fi, fantascientifici, tecnologici, con il metal, il black metal, e la violenza sonora è da manuale. Esistono dal 2009. L’etichetta, molto laconicamente -timidamente-, riporta che il loro scopo è unire il black metal con sonorità ambient. Io piuttosto direi che hanno ottenuto la scrittura di una nuova pagina nell’enciclopedia universale del metal. Complimenti.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10