(Massacre Records) La storia del debut album dei Psychopunch nasce con un demo. Sette canzoni registrate in una settimana d’inverno. La band era soddisfatta del materiale e lo presentò a diverse etichette, ma tutte furono concorde a rifiutare il lavoro proposto. I Psychopunch vollero riprovarci, un po’ perché erano convinti che il proprio punk rock and roll era buono e un po’ per orgoglio. Scrissero altri pezzi e da soli incisero un intero album. Il titolo lo ispirò proprio quella serie di rifiuti accumulati qualche tempo prima. Fu poi la White Jazz Records a restare affascinata dalla musica dei Psychopunch, pubblicando a sua volta l’album. La Massacre rimette sul mercato questo miscuglio di punk, Ramones, Motörhead, rock and roll, sfacciataggine che ha conosciuto fortune importanti anche dal vivo, eccitando le folle ai concerti. L’album viene presentato sia in doppio CD, il cui secondo dischetto vede canzoni della versione demo rimasterizzate e altre riregistrate. Quelle rifatte sono “Stranded”, “Dying On My Own”, “Make Up Your Mind” e “Back in the Days”. Disponibile anche una versione in vinile, con solo i dieci pezzi dell’album e i rifacimenti di “Stranded” e “Make Up Your Mind”. Una buona iniziativa per chi tracanna quantità industriali di questo filone musicale trascinante, da baldoria e che dal vivo rischia di asfaltare tutto e tutti.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10