(Qua’ Rock Rec.) Con la parola crossover si riuscirebbe a riassumere lo spazio musicale nel quale i Pulse – R si muovono. C’è tuttavia anche il rischio che non sia sufficiente. Ragionando in maniera più ampia, lo stile dei Pulse – R è composto da un insieme sonoro mutevole e diversificato nelle sue dinamiche. Un sound nel quale spunta il nome di Gabriele Bellini (già noto ai nostri lettori per alcune cose recenti QUI e QUI) e infatti la sua chitarra, quel suono e quel tocco, appaiono immediatamente familiari. L’hard rock sembra essere la struttura portante di molte canzoni, ma il progressive, l’heavy, l’alternative, il jazz, non da meno la sperimentazione si implementano in questo sound diretto. Una certa grazie è insita nella title track: la canzone è parzialmente soffusa, ragionata, piena di colori morbidi ed evoluzioni più energiche. Viene da pensare ai Faith No More (ma anche in altri contesti dell’album e forse anche agli Audioslave e i primissimi RHCP) in questa canzone. “Across the Sky” è un album con una sua allegria e un impeto frizzante, quanto l’ottimo tocco delle bacchette di Michel Agostini: il suo lavoro crea una spina dorsale che sorregge ogni fantasia ed evoluzione vocale e del riffing. Il basso di Vieri Pestelli incolla il tutto, tiene unita una dinamica sonora che in alcuni frangenti è ritmo, in altri è un flusso andante di melodia e trasporto. Da una parte i Pulse – R con “Across the Sky” si mostrano ‘esperti’ dei propri strumenti, ma non sconfinano mai nel didattico, dall’altra invece ecco venire fuori semplicemente musica costruita con una sapiente e divertita voglia di comunicare sensazioni.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10