(Ulterium Records) Mentre “Disciples of the Sun”, l’album che aveva riportato sul mercato i Pyramaze, era più orientato verso un classico power/melodic metal, mi sembra che con questo “Contingent” i danesi tentino di recuperare, e con buon successo, le proprie origini power/prog. Il quinto album dei nordeuropei è un concept post-apocalittico ben prodotto (e ci mancherebbe, dato l’incredibile numero di lavori da lui gestiti) dal chitarrista Jacob Hansen. Maestosamente progressiva l’opener “Land of Information”, con il cantato ruggente di Terje Harøy, talora vicino a Jorn Lande. “Kingdom of Solace” rallenta e riprende che è un piacere, come spesso accade nel prog di matrice scandinava, mentre “A World divide” punta su un ritornello aperto e su un apporto intelligente del pianoforte (nella intro e nella strofa). “20 Second Century” ha la magniloquenza progressive degli At Vance e contemporaneamente l’aggressività degli Evergrey; limpida “Heir Apparent”, mentre si abbassano (e molto) le luci con la ballad pianistica “The Tides that won’t change”. Con l’intensa “Symphony of Tears” arriviamo alla fine di un platter che, pur non potendo vantare brani eccezionali, si difende con la riuscita dell’insieme.
(René Urkus) Voto: 7/10