(Memento Mori / Dawnbreed Records) Per questi indiavolati russi, varrebbe quanto scritto per il precedente e secondo album “Human Hecatomb” (QUI), ovvero che anche “Chained to Ossuaries” è un esempio di cattivo ma regolare e pulito, ben definito death metal svedese della prima ora, dunque Dismember, Grave e Entombed, con dilatazioni dei pezzi con cadenze non lontane dagli Asphyx. Risulta immediatamente chiaro che, per chi rientra con le preferenze nel death metal in queste due categorie, la considerazione nei confronti dei Pyre di San Pietroburgo potrebbe essere scontata. Il suonare dei Pyre è dunque ben scolpito, con riff oscuri, tenebrosi e pochi ma ben lancinanti assoli. Viste le assonanze con certe band summenzionate, anche il drumming esegue un lavoro importante, aderendo nei ritmi in maniera completa alle variazioni del riffing. Dunque alcuna novità sostanziale dai Pyre, ma un nuovo buon album che onora il (e quel) death metal che riesce a essere tenebroso e inquietante ancora oggi.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10