(Chaos Records) Non ricordo dei russi suonare un death metal così dannatamente cattivo e incrociando la corrente svedese con quella olandese. I tappeti ritmici dei Pyre sono tosti e pesanti, opulenti e certe linee del riffing viaggiano cadenzando alla maniera degli Asphyx. Gli spunti in velocità invece si piantano tra swedish death metal e Pestilence. Acerbi nei suoni, ma espressi con imperiosa forza che sottolinea aperture dei brani, le quali lasciano presagire qualcosa di solenne o comunque di immediatamente fruibile e interessante. La band che sugli incipit ci sa davvero fare. I brani sono sparati, diretti, ma non per l’intera durata, in quanto a più riprese i Pyre alternano sicuramente fasi veloci ad altre che lo sono meno, ma cuciono i diversi pezzi con qualche passaggio ben concepito e curato. Una discreta attenzione nel dettaglio ha permesso ai Pyre di non suonare in modo scontato. Buone alcune armonizzazioni polifoniche, interessanti gli assoli: i Pyre sono una formazione che sa arrangiare al meglio le proprie composizioni, rendendole dinamiche e accattivanti. Pur non esistendo da molto tempo e con poche pubblicazioni alle spalle, questo debut album rappresenta forse il migliore dei biglietti da visita che la band abbia potuto presentare.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10