(Osmose Productions) Dopo un debut album con Chaos Records, il successivo con Memento Mori, per il terzo album i Pyre si accasano con la Osmose Productions. Cinque anni di silenzio per la band che ancora oggi si vede invischiata in una personale passione per gli Asphyx. Sin dalle prime battute dell’opener e title track si percepisce questo legame tra i russi e i loro beniamini olandesi. L’ingresso poi del cantato di Dym Nox rafforza l’evidenza di quanto descritto. Al netto di questa somiglianza, il nuovo album “Where Obscurity Sways” appare solido, ben registrato e con diversi momenti ‘neri’, atmosfere un po’ tetre, con a contorno momenti robusti e comunque inattesi come si spiegherà più avanti. Spiccano anche un po’ di fraseggi melodici affilati e memorabili, doomeggianti, come in “From The Stygian Depths” oppure nella lugubre “Murderous Transcendence”. Il death metal dei Pyre però è meno monolitico rispetto agli Asphyx e infatti per esempio in “Domains Of The Nameless Rites” si assiste a una certa vicinanza agli Entombed o comunque alla scuola svedese dei primordi, ripresa poi in altri contesti di “Where Obscurity Sways”. Per essere un album nel quale gli autori ripropongono elementi ben noti, per esempio “Pestilential Fumes” è una ripresa dell’arte dei Morbid Angel degli esordi, i trentacinque minuti circa di “Where Obscurity Sways” si svolgono con atmosfere corrosive, allucinate, travolgenti e a loro modo esplorative in fatto di stile pur con una continuità da migliorare.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10