(Time To Kill Records) Con una line up assestatasi nel 2017, in questo anno che inizia i finlandesi maturano un full length. Il primo dopo un semplice demo di tre anni fa, tagliato con tutto il bagaglio personale dei cinque blackster biancocrociati. Il black metal di estrazione scandinava, come i Darkthrone, i Beherit, qualche riff maestoso quanto velenoso come i Bathory, oltre a una discendenza punk che si avverte tra le pieghe del sound. Mostruosamente aggressivi, raw nel sound, Eetu che raschia l’ugola in maniera disumana e Henri che pesta sulle pelli con fare ossessivo e infaticabile. Tra queste due linee di fuoco le chitarre, anime perdute e sconvolgenti pilotate da Antti e Samuli. Vilel è al basso, al quale impone al suono un’impronta metallica, appena percepibile in questa produzione che non guarda in faccia alla perfezione. L’underground di provenienza dei Qwälen è quello di un’appartenenza a band come Kürøishi, Nistikko, Dumathoin e Akma, tra le altre. Oltre alle radici dei singoli, l’intero gruppo dimostra spirito, determinazione, forza e sfrontata attitudine oscura. I finlandesi innalzano a livelli maestosi quanto estremi e smodati il black metal. Lo studio di registrazione ha assorbito le loro onde, nessuna produzione fatta per tenere tutto in ordine o vacuamente ‘impomatato’. I Qwälen con un atteggiamento irriverente, allo sbaraglio quanto il punk chiede di fare, decidono di calarsi nel black metal, nell’arco di trenta minuti, onorandolo nella sua attitudine più diretta e sostanzialmente sincera.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10