(Atomic Fire Records) Debut album per Rage Behind, quintetto dall’identità celata dietro delle maschere e fautore di un metal moderno che coniuga bordate thrash, la potenza ritmica del groove metal e le aperture melodiche tipiche del metalcore. Dal punto di vista estetico, il paragone con gli Slipknot è inevitabile, ma al di là delle maschere, l’approccio musicale dei Rage Behind è abbastanza differente, trovando maggiori affinità con acts come Heaven Shall Burn, Lamb Of God e primi Killswitch Engage. La title track in apertura dell’album mette subito a nudo lo stile feroce della band, tra riff incalzanti, break ritmici di matrice hardcore e cori degni dei migliori Machine Head. “Genesis” è intensa, caratterizzata da una ritmica pulsante come un cuore, al punto di avere la strana sensazione di avere a che fare con qualcosa che vive di vita propria. “Don’t Break” mette l’ascoltatore alle corde, attaccandolo con ritmiche incalzanti nelle strofe, per poi stenderlo con sfuriate thrash violentissime. La lunga “Worldwide Hostility” è invece molto articolata, con ritmiche maggiormente dilatate ed avvolgenti che si fanno via via sempre più claustrofobiche. Un album intenso, in grado di creare una sensazione di disperata tensione emotiva che si accumula per poi venire liberata attraverso esplosioni di rabbia mai fine a se stesse.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10