(Autoproduzione) Dietro un demo o autoproduzione di una neonata band, c’è sempre una storia. Quella qui raccontata è dei Raging Age e inizia in Puglia nel settembre del 2011. Mentre si dedicano alla birra, alla tequila e alla disoccupazione, i quattro musicisti si danno il suddetto nome e ripongono il proprio futuro in questo promo di cinque pezzi e la ricerca di una etichetta che creda in loro. Autori di un melodic death metal, il quale si dimena tra melodie chiare e momenti di pura e nera cattiveria, in 20′ i Raging Age riescono a piantare alcune canzoni nel cervello dell’ascoltatore, come “Forged By Sorrow” grazie al suo riff trascinante e ad alcune variazioni, ma in fatto di riff esemplari e che si intrecciano e polifonie non è l’unica e fa breccia anche il mid tempo e l’epica aggressiva, e un piccolo passaggio folk, di “Revenge”. Le canzoni dei Raging Age hanno un loro grado di personalismo, ma, se è concesso muovere una critica, troppo spesso indulgono in ripetizioni o eccessivi cambi e variazioni, i quali smontano i pezzi anziché compattarli e renderli ancora più immediati. Dentro canzoni come “Marthyr” e “Brances of Sloth” si intravede il tocco dei quattro musicisti e le note si legano alla mente lasciandosi seguire come perfide cantilene. I Raging Age hanno anche girato un video, andate a seguirli sui loro canali ufficiali e aspettiamo il loro futuro che si spera possa donargli presto soddisfazioni.
Voto: 6,5/10