(GEP) Presente quando si ascolta qualcosa per caso, magari passando davanti ad un’abitazione, e ci si ferma ad ascoltare rapiti da un suono che cattura subito, al di là del genere proposto? Ecco, i Rain sono questa sensazione, aggiunta al fatto che il genere è comunque congeniale a chi bazzica nel metal. Questo gruppo infatti è decisamente come suonerebbero gli Opeth se questi ultimi la finissero di scimmiottare il vero prog e lo spogliassero di qualunque inutile e pleonastica forzatura di stampo intellettualoide. E questo è il principale motivo per cui questo album vi entrerà subito in testa, al primo ascolto: niente di trascendentale, eppure eccoci a parlare di un disco prog a tutti gli effetti, fatto di mestiere, inciso e suonato da dio, con maniera, con delicatezza, con garbo e stile. Niente tempi frenetici, solo musica impegnata ma non impegnativa. Le reminiscenze sono dichiaratamente settantiane, sin dallo splendido cantato pulito, cui fanno da sottofondo una batteria semplice ma energica, un basso che fa la prima donna e una chitarra soffusa ma efficace. Questo è prog nella sua essenza, un omaggio del gruppo a quanto solidamente costruito ormai mezzo secolo fa dai grandi del passato…
(Enrico MEDOACUS) Voto: 8,5/10