(Steamhammer / SPV) L’istituzione britannica Raven è del 1974 nonostante discograficamente parlando tutto ha inizio nel 1980 con un singolo. L’anno seguente è l’epocale album “Rock Until You Drop” a scrivere le prime pagine di una storia immensa. Salutato dopo decenni il batterista Joe Hasselvander, i fratelli Gallagher di Newcastle – quelli di Manchester che non sanno prendersi in giro e manco sul serio! – sono pura periferia della musica hanno ricomposto un trio con Mike Heller da un paio di anni. Cinque anni dopo “ExtermiNation”, QUI recensito, i Gallagher registrano un nuovo album con uno spirito ben diverso da quello degli ultimi due decenni a questa parte, nei quali è stato pubblicato oltre a “ExtermiNation” anche “Walk Through Fire” nel 2010. Solo due album, ma si conti che per almeno cinque anni la band è stata ferma a causa di un serio incidente alle gambe per Mark Gallagher. Se i suoni, lo stile, il sound generale è pressoché identico, il risultato finale di “Metal City” è quello di essere un capolavoro. Partendo con “The Power”, “Top of the Mountain” e “Human Race” i Raven mostrano il loro lato lunatico, ironico infuso in quel modo di comporre dove heavy, speed e thrash metal si fondano in qualcosa di inossidabile e fresco. La stessa “Metal City” suona come qualcosa di tanto hard rock nella vena dei Deep Purple di Coverdale e Hughes o degli Aerosmith, eppure si sente bene che quella tipica anima r’n’r che da sempre ha contraddistinto i Raven è viva e pulsante. Sono state indicate quattro su dieci delle canzoni, ma andrebbero tutte menzionate, come “Motorheadin’” che mette la buona parola definitiva alla resa di Heller alle pelli e semmai ve ne fosse la necessità, visto quanto sappia essere rapido e svelto, tecnico e immediato, preciso e tellurico nel suo colpire in ogni singola canzone. Un altro pezzo interessante è il mid tempo di “When Worlds Collide”, percorso da una chitarra lancinante e da un mood speciale e di maestria da parte dei tre. Nella copertina i Raven sono raffigurati come in un fumetto, un modo che li descrive bene. Loro hanno sempre messo quel lato ‘funny’ nelle cose, nelle immagini, nelle canzoni. Questo è il loro essere e oggi John, basso e voce, e Mark, chitarra, si rimettono in gioco per dare lustro alla loro musica.
(Alberto Vitale) Voto: 9/10