(Mausoleum) Facendo una riflessione generale sul mercato dei ‘generi classici’, mi sembra che da qualche anno si possano individuare due chiare tendenze: una – della quale parlo continuamente – è quella del revival, del ritorno di formazioni più o meno blasonate degli anni ’80; l’altra è la fondazione dei ‘supergruppi’ di strumentisti che suonano, con maggiore o minore fortuna, in più formazioni. Mentre per i ‘ritorni di fiamma’ alcuni risultati mi sembrano eccellenti… beh, posso dire che la maggior parte delle superband fallisce gli obiettivi! Non vengono meno a questa legge i Ravenlord, progetto che vede coinvolti Joe Stump e il singer dei Killing Machine Csaba Zvekan: il loro debut “Descent to the Underworld”, pur non demeritando, non mi sembra avere possibilità di farsi notare nel ‘mare magnum’ delle uscite heavy/power. “The Rebel” sfoggia tanta tecnica chitarristica e un sound che ricorda in più tratti gli Iced Earth; le stesse caratteristiche le troviamo, a metà disco, in “Black Friar”, ma i brani non spiccano in particolare. Fa meglio “Attila the Hun”, dove Csaba Zvekan porta al limite il proprio cantato in falsetto. “Seal of the Cross” è un mid-tempo serrato, ma un po’ banale; ’Metal from Dust to Dust’ è il devastante urlo, ripetuto all’infinito, che costituisce il refrain di “Metal Knights”. Con il mid-tempo ritmato ma monotono “Sun God” il disco si chiude senza gloria. Purtroppo fra due settimane non ricorderò molto di questo “Descent”, e temo che per molti di voi lì fuori sarà uguale.
(Renato de Filippis) Voto: 6/10