(My Kingdom/Masterpiece) Nell’ambito dell’extreme metal, raramente la My Kingdom Music sbaglia un colpo: la legge è rispettata anche per l’esordio dei romani Raving Season, formazione di ben sette membri (con due donne dietro al microfono) che si esibisce in un raffinato gothic/doom metal sulle orme di primi Anathema, Katatonia e per certi versi anche Opeth. “Turandot” è un brano di contrasti: fra il growling sofferto di Federica e il canto etereo di Judith, fra una batteria martellante e delle chitarre che definirei ‘speranzose’. Un pezzo che si sviluppa in modo saggio, dilatandosi e contraendosi a seconda dei passaggi fino all’epico finale a due voci. “Dusk Dance”, anch’essa costruita su una sorta di moto ondulatorio, vive di forti suggestioni alla My dying Bride; il break slow di “My last Murderer” si spinge invece fino nei territori degli Epica o degli Edenbrdige. Struggente “Restless Rain”, dove Federica si esprime in italiano: brano di grande gothic metal che mi sembra vicino alle coordinate di fine anni ’90. “My darkest Season (pt. 2)” è una sofferta ballad con un cuore più duro e tirato; violenta “Suspended in a Spiral”, prima del finale affidato alla titletrack, che con un sottofondo a tratti elettronico si schiude su scenari disperati, particolarmente trascinanti nella coda strumentale. Un disco forse non facile da assimilare (anche per la sua lunghezza non indifferente: quasi 65 minuti), ma che in modo più intrigante è da scoprire, e che ci offre una band che ha ancora potenziali margini di miglioramento.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10