(PATAC) Riff iniziale glorioso, splendente, epocale. Energia che esplode e ancora una volta lo fa quando poi entra l’altra chitarra e il resto degli strumenti. Quei momenti sono una magica rievocazione di sonorità rock della west coast, del flower power, dell’hard rock dei seventies. Una intro indimenticabile. Il resto? Ovviamente su quella linea, con l’aggiunta di un cenno al punk (si, quella copertina alla CRASS lo annuncia a priori), ma del tipo MC5 e Stooges, poi ovviamente Motörhead, gli Steepenwolf, ma in versione rimasticata, e via verso una ripresa del rock ‘n roll più classico. Di quello che ho già citato in apertura, ma anche di quello di altri che non ho menzionato, ma è facile intuire e che potreste ritrovare nei Rawhide. Gente proveniente da Bestial Mockery, Protector e altri e che si è affidata a Tomas Skogsberg (Hellacopters, Backyard Babies, Entombed) per realizzare in studio questo lavoro che è a base di nitroglicerina, rock ‘n roll e tante cose già sentite altrove. Da GG Allin, Social Distortion, GBH e quanti ancora? Tanti, davvero tanti . Pur tuttavia non è questo un limite per non dichiarare questo ‘primo omicidio’ degli Svedesi come qualcosa di altamente piacevole. Se non amate ascoltare gente che ripropone le stesse cose di sempre allora statene pure lontani. Se amate invece il rock ‘n roll iniettato nel punk, nel metal, nel rock, allora non fatevi mancare questo album.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10