(Scarlet Records) Elisa Bonafè e soci pubblicano il terzo album dal 2014, cioè l’anno dell’album d’esordio “The Alpha Memory” e a sua volta preceduto da un EP, e successivamente, nel 2020, il secondo album “Project: M.I.S.T.”. “Architecture of an Ego” proietta l’ascoltatore in un mondo molto particolare, quello in cui il metal viene trattato con l’ausilio di sintetizzatori, elettronica ma anche con il pop e la dance music. La band crea una miscela sonora molto particolare, veloce, melodicamente scorrevole e contrassegnata appunto dall’elettronica che è quella che sembra dare la principale impronta sostanziale al sound della band. Allo stesso tempo nulla va tolto alla concezione metal dei musicisti che tra, pochi, assoli, riff energici ma agili e un drumming eclettico nel sottolineare le direzioni che le canzoni prendono e sia dal lato metal, il quale sia poi un pallido symphonic-cinematic metal, oppure un’elaborazione elettronica, pseudo pop e tanto trance. Un elemento che funziona sempre bene è la Bonafè: il suo timbro vocale potrebbe essere adatto per un qualsiasi brano dance, però è indubbiamente abile in questa miscela un po’ d’avanguardia e un po’ metal. I testi parlano di una storia distopica, redatta da Gabriele Sapori, chitarrista, sui rapporti umani e di una situazione che prenderà vita sul palco attraverso uno spettacolo di luci al neon. Nella canzone “13” fanno capolino al microfono anche Steva (Deathless Legacy) e Grace Darkling (Nocturna). Il brano non è molto diverso dagli altri nella sostanza, ma il ‘duello’ vocale e la stessa fusione delle tre voci rende l’atmosfera esplosiva.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10