(Massacre Records) Nel solo mese di Settembre mi sono capitati fra le mani due dischi dedicati alla storia dei Sassoni: uno da parte dei pagan metallers Saxorior (QUI), e l’altro scritto dallo schiacciasassi tedesco che risponde al nome di Rebellion, una delle formazioni più true e quadrate che siano mai esistite nel panorama centroeuropeo (QUI recensito il precedente “Arminius”). L’abbandono di Uwe Lulis, peraltro appena entrato negli Accept, è ormai acqua passata, e i nostri camminano sicuri sul sentiero di quel metal ‘storico’ di cui sono, senza dubbio, gli iniziatori. L’apripista “Irminsul” e il suo riff potente dimostrano che i ribelli non hanno alcuna intenzione di evolversi: fino alla morte continueranno a suonare questo heavy/power spigoloso e barbarico, fortemente caratterizzato dai ruvidi toni baritonali di Michael Seifert; il triangolo musicale entro cui i nostri si muovono è sempre costituito da Grave Digger (naturalmente), Wizard e Paragon. Un po’ più di melodia (ma non aspettatevi i Freedom Call) nella veloce “Sahsnotas”; si rifiata con il mid-tempo “Hengist”, poi il gioco si fa estremamente violento con la furiosa “The Fall of Irminsul”, un brano che raggiunge in più di una occasione picchi quasi thrash metal. Classicismi che si sprecano in “Hail Donar”, e anche “Runes of Victory”, un fierissimo canto per la supremazia pagana, arriva ai Judas Priest. E si chiude così con la titletrack, dall’approccio maggiormente moderno rispetto al resto, dove Seifert tenta anche un leggero screaming. Un classico disco per defenders che non amano le sorprese: ma ben concepito, scritto e suonato.
(René Urkus) Voto: 7,5/10