(autoproduzione) Da Torino e da formazioni come Know Margaret, My Sins Don’t Brother, Your Anguish e Mu, si aggregano quattro musicisti seriamente aggrappati all’alternative rock, pur subendo delle piccole crisi metal nel loro suonare. “Arise”, opener dell’EP, appare come uno standard dell’alternative rock, fissando il crescendo della melodia e un climax con linee epiche e magari struggenti. Ecco poi la seguente “The Plunge” che vede qualche colpo più deciso del batterista, Giacomo Fontana, e trame delle chitarre decisamente vitaminiche e rocciose. Il metal appunto, che subentra però in modalità alternative. “Ocean Gravel”, canzone per la quale la band ha realizzato un videoclip, somma l’anima alternative rock e quella voglia di avere impatto da parte dei piemontesi. Simone Cantino, anche chitarra con Sabino Matera, ha una vocalità dedita all’estensione delle parole, delle strofe, alzando così le tonalità di concerto con i sollevamenti della musica, in seno alle melodie o all’impatto. “Sirene”, cantata infatti in italiano, è forse il pezzo più vispo, costruito, forse anche punk nello spirito. “Mud and Silver” chiude l’album con un incipit sobrio, calmo, almeno fino a quando le distorsioni entrano decise. Canzone voluta su alternanze di fasi melodiche e leggere, con altre dirompenti. L’alternative dei Rebis vede melodie più o meno standard nelle modalità, soprattutto il riffing ha un’andatura prefissata in ogni pezzo, per quanto poi la band riesca a creare dei buoni contrasti tra cantato e musica, tra melodie leggere e andature scatenate o fragorose che siano. Il debutto per i Rebis non è comunque un prodotto scontato, anzi “Sirene” forse mostra il serbatoio di idee e qualità che la band potrà esprimere in futuro, contando su un presente che dura ventuno minuti e capace di descrivere un clima godibile per l’ascolto. Il tutto è registrato nel noto Magma Studio di Torino, ma a masterizzare è stato sua santità James Plotkin.
(Alberto Vitale) Voto: 7/10