(AFM Records) Dopo quattro anni di vacanza tornano con il quinto album gli hard rockers finnici! Una botta a base di nostalgia, di luci al neon ed un’altra manciata di cose che, diciamocelo sinceramente, ci mancano un casino. La cosa pazzesca è la dose illimitata di cliché favolosi e senza peli sulla lingua; prendiamo come esempio la favolosa title track “Turborider”: esaltante, un testo che in qualche modo parla della versione femminile di “Painkiller” (si, quello! Quello dei Judas Priest), ovviamente più moderna, molto meno eroica, più digitale, più elettronica, più erotica… verso un brano che spacca di brutto e per davvero! Siamo con una band che mescola e frulla tutto dentro una centrifuga colossale: ci troviamo King Diamond per certe evoluzioni vocali, e non mancano tonnellate di riff thrash; Shred? A volontà! Anni ’80 come se non ci fosse un domani, synth volutamente esagerati, la batteria che sembra uscita da un incrocio tra techno e “Hysteria” ed una infinità di provocazioni dance, quasi dalle parti di Billy Idol ma con una evoluzione molto più pop… davvero, tantissimo pop, roba che fa ballare, come quella coraggiosa cover di “Bark at the Moon”, si, proprio quella di zio Ozzy, la quale riesce a suonare tanto incredibile quanto convincente. Certo, non mancano le robe moderne e molto commerciali come la poco fantasiosa e molto nostalgica “’89 Sparkle”, canzone che sembra suonata da una qualsivoglia band pop degli anni ’80/’90… con scarsi connotati maschili. Roba per un pubblico eterogeneo ma senza confini con “Prodigal Sons”, travolgente il groove di “Future Lover Boy”. Episodi come “Like a Cobra” penetrano fino in fondo, “Eyes of a Maniac” ipnotizza, “Kids Of The Arcade” esalta e coinvolge in modo maledettamente perverso. Anni ’80. Synth. Sfacciataggine senza ritegno. E sapete cosa vi devo dire? “Turborider” si fa ascoltare avidamente, senza pietà, senza vergogna e, principalmente, a volumi fottutamente illegali!!!
(Luca Zakk) Voto: 8/10