(Fastball Music / SoulFood) Nelle note dell’album si nota la foto, l’unica, di Rado, detta anche Radness, cantante e Bob Lee, chitarrista che ha scritto il materiale, eccetto una canzone. Un duo che nei canali ufficiali si presenta come band e indicando altri tre componenti. In studio però i due succitati musicisti di Amburgo per la realizzazione di “Sweet Songs of Anguish”, sono stati affiancati anche da altri chitarristi, autori di ottimi assoli, di voci per i cori, di batteristi e di un bassista. A gestire il tutto dietro la consolle ci ha pensato, almeno il missaggio e masterizzazione, Roland Grapow, anche lui di Amburgo e noto per i suo trascorsi negli Helloween e Masterplan. Red Dead Roadkill è un’ottima espressione di rock e metal. Il loro modo di suonare è energico, lo potremmo equiparare a dell’alternative metal ma dentro si avverte quella vivida vena di rock and roll. Negli assoli, per esempio, in alcune costruzione melodiche e in generale dei pezzi. La voce della rossa Radness si estende nelle canzoni, contribuendone alla resa melodica. La musica è forte, robusta, vivace. La sezione ritmica è un muro, le chitarre sono il sale del tutto. Un tocco rock blues in giro, del groove, atmosfere hard rock, nelle quali Radness non sfigura, altre con un certo feeling, difficile da descrivere. Il sound ricalca qualcosa di non del tutto moderno, anche per via di arrangiamenti molto curati e spontanei. “Sweet Songs of Anguish” non è scontato, le canzoni sono ben curate e rese fluide e colme di una sincera e completa creatività.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10